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Beatrijs. La leggenda della sacrestana (2004)

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Titelpagina van Beatrijs. La leggenda della sacrestana
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Vertaler

Luisa Ferrini



Genre

poëzie

Subgenre

marialegende
vertaling: Nederlands / Italiaans


© zie Auteursrecht en gebruiksvoorwaarden.

Beatrijs. La leggenda della sacrestana

(2004)–Anoniem Beatrijs–rechtenstatus Auteursrechtelijk beschermd

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[pagina 25]
[p. 25]

4.
Le testimonianze medio Nederlandesi

La storia di Beatrijs ci è giunta in tre versioni medio nederlandesi: una versione in rima contenuta nel manoscritto 's-Gravenhage, Koninklijke Bibliotheek, hs. 76 E 5, che d'ora in poi identificheremo con R, e due versioni in prosaGa naar voetnoot1. La prima di queste ci è pervennuta in due manoscritti: nel Codex 70 H 42 Koninklijke Bibliotheek, 's-Gravenhage (H) e nel manoscritto Katwijk, Gymnasium Sint Willibrord (K)Ga naar voetnoot2; la seconda è tradita nel Codex C 25 della Universitätsbibliothek, Sammlung Landes- und Stadtbibliothek Düsseldorf (D).

Il manoscritto R, che ci tramanda la versione in rima oggetto di questo lavoro, è contenuto in un codice miniato che risale con ogni probabilità alla seconda metà del XIV secolo, come è possibile arguire dalla data 1374 che compare sopra la tavola per calcolare l'epatta posta in apertura del codice. Il manoscritto pergamenaceo è arricchito da pregevoli miniature e fu certamente compilato per un ricco committente, un laico devoto che evidentemente non conosceva il latino, lingua ufficiale della Chiesa. I testi in esso contenuti dopo la suddetta tavola sono nell'ordine i seguenti: il Dietsche Doctrinael, Beatrijs, le traduzioni del Pater Noster, dell'Ave Maria e del Credo, alcuni passi del Lekenspiegel di Jan van Boendale, dissertazioni sui dieci comandamenti, i dodici articoli di fede, le sette opere di carità, i sette peccati capitali, i sette sacramenti, i sette doni dello Spirito Santo, le indulgenze di Roma ed infine lo Heimelijkheid der

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heimelijkheden di Jacob van Maerlant.

Per quanto concerne invece le versioni in prosa, va precisato che il testo di H è molto simile a quello di K, nonostante non discenda da esso, ragion per cui anche il Duinhoven, l'unico che abbia preso in considerazione nel suo studio della leggenda anche le versioni prosastiche, si limita a confrontare i testi di R, K e DGa naar voetnoot3

Da un'analisi comparata si constatano le seguenti affinità e divergenze a livello di contenuto: innanzitutto si rileva che nella versione in rima il nome di Beatrijs viene menzionato solo nella parte conclusiva (v. 1029), mentre in K e D compare sin dalla prima frase. In R (v. 95 e segg.) e in K la narrazione dell'incontro tra i due amanti nel giardino del convento coincide: Beatrijs invia una lettera al giovane chiedendogli di recarsi da lei e dal colloquio scaturisce la decisione di fuggire insieme. In D invece viene fatta menzione della lettera, ma non c'è traccia dell'incontro, benché i due amanti fuggano insieme.

Mentre sono in viaggio verso terre lontane, i due giovani secondo il testo di R (v. 328 e segg.) entrano in un bosco dove tutto invita all'amore. Il giovane è acceso dal desiderio, ma tale passione, anziché trovare consenso in Beatrijs, ne provoca lo sdegno. Anche di questa situazione non c'è traccia in alcuna delle due versioni in prosa.

Nel corso della narrazione si racconta che, dopo sette anni di convivenza, dalla relazione dei due amanti nascono due figli. Questo particolare è presente sia nella versione R (v. 408 e segg.) sia in K, mentre non compare in D.

Abbandonata dal giovane, Beatrijs, nel corso delle proprie peregrinazioni, viene ospitata da una vedova che in seguito si prenderà cura dei bambini. Parlando con costei la giovane viene a sapere che nel convento, da cui lei si è allontanata, una suora di nome Beatrijs ha sempre continuato a vivere come sacrestana dando esempio di purezza e di totale devozione a Maria. Questo fondamentale passaggio si riscontra in R (v. 598 e

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[p. 27]

segg.) e in K, mentre è assente in D.

Tornata in convento, la giovane confessa all'abate la sua storia, e nel testo R (v. 992 e segg.), ancora una volta, si parla della relazione con il giovane e della nascita dei due figli. I due bambini sono chiamati in causa anche nella versione K, nella quale però non si fa cenno al legame tra i due amanti: il testo riferisce solo il fatto che i due figli sono nati nel periodo in cui la suora è rimasta fuori dal convento. Tutti questi avvenimenti sono completamente assenti in D.

A parte queste specifiche divergenze di contenuto, la differenza di fondo, che appare fin da una prima lettura, è la maggior ricchezza di particolari, di colore e di vivacità presente nella versione poetica rispetto ai testi in prosa. Tale diversità è giustificata anche dal rapporto in termini di lunghezza tra le versioni in prosa e quella in rima: le prime sono indubbiamente più concise, con le 500 righe di H/K e le sole 270 di D; la seconda nei suoi 1038 versi attribuisce naturalmente più spazio ai dettagli, alle sfumature e alla concatenazione logica degli eventi.

voetnoot1
A.M. Duinhoven, De geschiedenis van Beatrijs, Utrecht, HES Uitgevers, 1989.
voetnoot2
Il manoscritto K è andato perduto e il testo di questa redazione ci è noto grazie all'edizione fattane a suo tempo da De Vooys.
voetnoot3
A.M. Duinhoven, Over de geschiedenis van Beatrijs, in ‘Spiegel der Letteren’, XXIII (1991), 3, p. 181.

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